L’opera rappresenta il ratto di Proserpina. L’autore, Vittorio Nazzucconi, crea un dipinto originale in quanto sembra sformare un collage in cui i volti sono tagliati fuori dalle figure e dalle loro spalle e messi da parte. Il volto di Plutone è oscurato a sinistra e si trova in alto a destra del rettangolo, vicino alle gambe di Proserpina. Tutto il suo corpo ha un colore brunastro, più chiaro rispetto a quello della ragazza, la quale si trova in alto a destra in braccio ad Ade. La testa di Proserpina non compare: questo è molto strano considerando che è la protagonista dell’opera. La particolarità può essere spiegata dalla presenza di Ciane, la ninfa che si tramutò in acqua e che nella raffigurazione sembra afferrare il piede di Plutone, tirando la gamba allungata del dio; infatti, secondo la leggenda, Ciane voleva impedire il ratto. Tutti gli elementi fanno pensare che l’opera non rappresenti il rapimento di Persefone ma la metamorfosi di Ciane che si trasforma in acqua. Infatti strane parti del corpo del personaggio si confondono in colori azzurri che confluiscono fino alla parte sinistra del riquadro dove compare in basso la testa di Ciane che è fluida e celeste. Compaiono al centro corpi e figure indecifrabili, che sembrano non appartenere a nessuno (forse a Ciane prima della trasformazione). L’opera sembra incompleta nella parte in alto a sinistra e sembra che i altre parti siano inconciliabili, come un puzzle costruito senza logica.
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