Il metallo monetario (pecunia, moneta, nummi e numisna), fu preceduto presso i Greci e gli Italici, come in genere presso i popoli dediti alla pastorizia, dai capi di bestiame usati come mezzo di scambio (in Omero, poluboutes, “dai molti buoi” significa ricco, come in Esiodo aboutes “senza buoi” significa povero). A Roma, le antiche leggi della Repubblica fissavano le quote delle multe in buoi e montoni; il bue è poi uno dei tipi fissi di cui recano l'impronta le più antiche formelle di bronzo del valore di un asse (v), prime monete d'Italia. Il termine pecunia è del resto evidentemente connesso a pecus; mentre il termine moneta deriva dal nome di Iuno Moneta “Giunone avvertitrice”, presso il cui tempio sull'arce capitolina era la zecca di Roma repubblica. La moneta, introdotta dai Greci o dai Lidii sulla fine del sec. 8 a.C., presto si diffuse in tutto il mondo antico. I metalli comunemente usati furono l'oro, l'argento, il bronzo, più raramente l'elettro e il biglione. I Greci usavano, prima dell'occupazione romana, l'oro e l'argento, che si coniavano anche in frazioni minime. In genere le monete greche, di forma lenticolare fin dai tempi più antichi, sono di diametro piuttosto piccolo, e, in proporzione, di grande spessore; assai rilevata è l'impronta, mentre peso e volume oscillano, così che ai termini che le designano era attribuito un valore approssimativo. Vari furono i sistemi monetari in uso nel mondo greco: l'attico, l'eginetico, il persiano, il fenicio, fondati tutti su unità di peso diverse. Nel sistema attico (duodecimale) che era il più diffuso, era unità di valore il dramma (g 4,366 circa), mentre il talento (6000 drammi) e la mina (100 drammi), che non avevano traduzione in moneta, erano usate nel calcolo dei valori; l'obolo rappresentava 1/6 di dramma. Tetradramma e didramma erano rispettivamente uguali a 4 e 2 dramma, tetrabolo e triobolo, di obolo e triemioboloa 4,3,2,1,1/2 oboli, emioboloe tetartemorio a 1/2 e 1/4 di obolo. In Italia, il metallo più comunemente usato fu il bronzo. Dall'aes rude, o infectum, ossia greggio, adoperato come mezzo di scambio a peso, conservatosi anche in età progredite per uso di carattere sacrale (si metteva per es., in bocca al morto, perché pagassero il nolo della barca di Caronte). Moneta 1 La moneta è risalente al periodo tra il 380 a C e il 338 a C, è di periodo classico, ed è d'argento. Su una faccia è raffigurato il volto di Proserpina e sull'altra quello d’Aiace combattente per il bene.Questa moneta è stata rinvenuta a Locri (regione centrale della Grecia). Moneta 2 La moneta è risalente al periodo tra il 350 a C. e il 300 a C, è di periodo tardo classico, ed è d'argento. Su una faccia è raffigurato il volto di Proserpina, davanti al volto ci sono due delfini e, dietro i capelli, un gran pesce; sull'altra, una quadriga guidata da un cocchiere, che con la destra tiene la frusta, con la sinistra le briglie. Questa moneta è stata rinvenuta in Sicilia ed è denominata tetradramma. Moneta 3 La moneta è risalente al 350 a C, è di periodo tardo classico, ed è d'argento. Su una faccia è rappresentato il volto di Proserpina coronata da un velo e da spighe di grano; sull'altra è raffigurato il muso e la criniera di un leone, sotto un gran pesce. Questa moneta è stata rinvenuta in Bitinia ed è denominata tetradramma. Moneta 4 La moneta è risalente al periodo tra il 350 a C e il 320 a C, è di periodo tardo classico, ed è d'argento. Su una faccia è rappresentato il volto di Proserpina, avente due spighe di grano nei capelli; sull'altra il profilo di un cavallo e di una palma con due frutti. Questa moneta è stata rinvenuta in Sicilia ed è denominata tetradramma. Moneta 5 La moneta, risalente al periodo tra il 377 a C e il 326 a C, è composta di una lega d'argento e oro. Su una faccia è rappresentato il volto di Proserpina che ha i capelli arrotolati; sull'altra il volto di Kabeiros, che indossa un elmetto. La moneta è stata rinvenuta nelle isole Sporadi (nel M. Egeo) ed è di denominazione hecte.
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