Breve introduzione agli Inni Il nome Demetra veniva interpretato dai Greci come "Terra Madre". Nel mito arcadico assumeva l'aspetto di una giumenta per sfuggire a Poseidone "Sposo della Terra". Nell'epoca era la dea che donava agli uomini i cereali, la dea dell'agricoltura. Persefone o Core, dea degl'Inferi in Omero,nell'Iliade e nell'Odissea, non è mai considerata sua figlia; infatti Persefone in molte città ha un culto proprio,indipendente da quello di Demetra e viene invocata con aggettivi come:"La pura" o "La Signora". In altre città greche il rapporto tra Demetra e la Figlia appare molto stretto e presumibilmente è antico:per esempio ad Atene,dove esse sono "Le due dee"e a Lindo dove sono "Le Demetre". [trama di inno a Demetra] Secondo il nostro Inno, Persefone viene rapita dal signore degli Inferi Aidoneo, per farla sua sposa. Demetra in preda all'ira e al dolore impedisce alle messi di crescere; infine Zeus decide che la fanciulla avrebbe passato un terzo dell'anno agli Inferi, due terzi alla luce del sole con la madre. Al ritorno di Persefone, la terra si copre di fiori e di frutti.La giovane dea risiede quindi nel suo regno sotterraneo durante l'inverno,e il suo ritorno coincide con la primavera: ella è,insomma,una dea della vegetazione. Nell'Inno a Demetra si chiarisce subito la volontà del poeta di cantare anche di Persefone. A Demetra ,figlia di Rea e Crono, madre di Persefone e moglie di Zeus, vengono attribuiti diversi appellativi come:"dalle belle chiome"(v.1-297) caratteristica che probabilmente evidenzia la sua capigliatura, sottolineata anche da "bionda Demetra"(v.303). Persefone invece viene descritta con l'appellativo"dalle belle caviglie"(v.2-453) e "dalle agili caviglie"(v.77) gli aggettivi "belle" e "agili" si riferiscono sicuramente alla sua giovinezza che era fonte di vitalità e bellezza. Demetra dalle belle chiome, dea veneranda io comincio a cantare e con lei la figlia dalle belle caviglie. Persefone dalle "belle caviglie" fu rapita da Aidoneo (Ade) mentre giocava con le fanciulle, figlie di Oceano. Oceano circondava l'orbe terrestre con le sue acque e dal suo seno sorgevano e tramontavano gli astri. Le sue figlie, dal "florido seno"(v.5), sono la personificazione delle sorgenti e di piccoli corsi d'acqua, riferendosi al padre. Zeus è identificato con una sola caratteristica "dal tuono profondo,che vede lontano"(v.334-441-460) e "adulatore dei nembi"(v.78) poiché era il padrone dei fulmini e presiedeva a tutte le manifestazioni celesti e quando agitava il suo terribile scudo provocava tempeste;inoltre vede lontano perché risiedeva sull'Olimpo che era il monte più alto Demetra, nel 4° verso, é presentata con"la spada d'oro"(v.4); questa espressione potrebbe essere una metafora,infatti Demetra viene rappresentata spesso con una fiaccola in mano che utilizza per cercare la figlia,ma soprattutto, essendo la dea dell'agricoltura,il colore dorato della spada, può essere associato a quello delle spighe di grano che la rappresentano Nell' elenco dei fiori ritroviamo anche le "belle viole" che compaiono anche nelle "Metamorfosi" di Ovidio. Il narciso viene definito il "bel giocattolo" in quanto simbolo della fanciullezza e ingenuità di Persefone . "Attonita" delinea lo stupore di Persefone nel vedere Ade comparire dalla radice del narciso. Il numero "cento" abbinato ai fiori non è reale ma sottolinea la grande quantità di fiori sbocciati dalla terra. ….-lo concedeva Zeus dal tuono profondo ,che vede lontano ,eludendo Demetra dalla spada d' oro ,dea delle splendide messi-mentre giocava con le fanciulle dal florido seno ,figlie di Oceano,e coglieva fiori: rose, croco, e le belle viole,sul tenero prato; e le iridi e il giacinto;e il narciso che aveva generato, insidia per la fanciulla dal roseo volto ,la Terra, per volere di Zeus compiacendo il dio che molti uomini accoglie;mirabile fiore raggiante, spettacolo prodigioso , quel giorno ,per tutti:per gli dei immortali e per gli uomini mortali .Dalla sua radice erano sbocciati cento fioriE all'effluvio fragrante tutto l'ampio cielo, in alto,e tutta la terra sorrideva ,e i salsi flutti del mare .Attonita, ella protese le due mani insiemePer cogliere il bel giocattolo: ma si aprì la terra dalle ampie stradenella pianura di Nisa, e ne sorse il dio che molti uomini accoglie ,il figlio Crono, che ha molti nomi, con le cavalle immortali.E afferrata la dea, sul suo carro d'oro, riluttante,in lacrime la trascinava via… Lei gettava alte grida invocando il padre Cronide (Zeus), figlio di Crono; unici a sentire le urla furono Ecate e Elio che non la soccorsero perché stavano ricevendo belle offerte dagli uomini mortali. Ecate si rappresentava con tre corpi, identificandosi con Artemide,Persefone e Demetra; ed era anche una divinità infernale e era la personificazione della luna. Demetra cerca la figlia per nove giorni con grande dolore. Il decimo giorno incontra Ecate che le riferisce di aver udito le urla di Proserpina ma di non aver capito chi l'avesse rapita. Demetra continua a cercare la figlia disperata mentre il figlio di Iperone le dice che il responsabile del rapimento di Persefone è Zeus che voleva farla sposare con il fratello Ade . Il figlio di Iperione, Sole, è probabilmente identificato con Elio. Nei "Fasti" di Ovidio Demetra errante interroga gli astri tra cui il Sole e la Luna, mentre nelle Metamorfosi la rivelazione avviene da parte di Aretusa. Demetra, in questi versi, è chiamata "augusta Demetra"(v.75-268) e "veneranda Demetra"(v.39-47-54-374-492), entrambe espressioni che delineano il desiderio di venerare la dea da parte degli uomini immortali. Rea, o Cibale, era sorella e sposa di Crono ed era la madre di Demetra ed è negli Inni anche la messaggera che riconduce Demetra alla stirpe degli dei, anch'essa viene identificata dalle:"belle chiome"(v.442)come la figlia. …"Demetra augusta, figlia di Rea dalle belle chiome,tu lo saprai: io, infatti, profondamente ti rispetto e ti compiango,angosciata come sei per la figlia dalle agili caviglie .Nessun altrofra gl' immortali è responsabile, se non Zeus adunatore di nembi,che l' ha destinata, perché sia detta sua sposa fiorente,a suo fratello, Ade. E questi giù nella tenebra caliginosala trascinò con le sue cavalle, dopo averla rapita, mentre ella gridava a gran voce. Lasciato Iperone, Demetra, piena d'ira verso Ade, andava per le città nascondendo la sua identità, fino a quando raggiunse la casa del saggio Celeo signore di Eleusi con l'aspetto di un'anziana donna. Celeo,re di Eleusi, sposo di Metanira e padre di Trittolemo e Demofonte accolse ospitalmente Demetra che vagava alla ricerca di Core e da lei fu istituito nei misteri del culto. Le figlie di Celeo, Callidice, Clesidice, l'amabile Demò e Callitoe, le chiesero come mai si trovasse in quel luogo .Demetra disse di chiamarsi Dono e di essere alla ricerca di un lavoro come allevatrice. Esse la portarono a casa di Metanira che aveva avuto un figlio in tarda età: Demofonte. I figli di Metanira erano due: Demofonte e Trittolemo, spesso dentificati con la stessa persona come in Stravinsky. Demetra concesse a Trittolemo un eterno onore di consegnare con il proprio carro tirato da draghi alati,perché diffondesse le biade nel mondo(Iginio "Favole" e Ovidio le "Metamorfosi") . Le fanciulle parlarono con Metaniera che decise di affidare a Demetra il bambino. La dea allevava il bambino come un figlio di un dio e di notte lo nascondeva nella vampa del fuoco per renderlo immortale e immune alla vecchiaia. Una notte Metaniera dalla bella cintura la scoprì e si spaventò. Metanira è raffigurata con: la "vita sottile"(v.161) e dalla "bella cintura"(v.212-234-243)in quanto aveva riacquistato la sua linea dopo aver messo al mondo suo figlio Demofonte,fratello di Trittolemo. Demetra levò il bambino dal fuoco e lo depose a terra piena di furore e si rivolse a Metaniera con queste parole: …"O stolti esseri umani, incapaci di prevedereil destino della gioia o del dolore che incombe!In verità, per la tua incoscienza anche tu hai gravemente errato.Infatti -e mi sia testimone l' inesorabile acqua dello Stige, su cui giurano gli dei-immortale, certo, e immune da vecchiaia per sempreio avrei reso tuo figlio, e gli avrei concesso un privilegio imperituro:ma ora non potrà più sfuggire al destino di morte.Egli avrà tuttavia un privilegio imperituro, per sempre, poiché è salitoSulle mie ginocchia, e ha dormito fra le mie braccia:in suo onore, ogni volta che l' anno avrà compiuto il suo ciclo attraverso le stagioni,i figli degli Eleusini per sempre eseguirannoun combattimento tra loro, una mischia violenta.Io sono l' augusta Demetra, colei che più di ogni altroAgl' immortali e ai mortali offre gioia e conforto.Orbene: per me un grande tempio, e in esso un'ara,tutto il popolo innalzi ai piedi della rocca e del suo muro sublime,più in alto di Callicoro, sopra un contrafforte del colle;io stessa vi insegnerò il rito, affinché in futurocelebrandolo piamente possiate placare il mio animo. Stinge era uno dei fiumi infernali, figlio di Oceano e di Teti, prese il nome da un'omonima ninfa del regno dell'oltretomba. Dopo aver udito le parole di Demetra, a Metaniera si sciolsero le ginocchia ,perse per lungo tempo la voce e si scordò di sollevare suo figlio dal pavimento. Le sue sorelle sentirono il pianto del bambino e prendendolo tra le braccia lo strinsero al petto tentando di calmarlo ma il bimbo non si addolciva poiché le sue nuove nutrici erano meno brave di Demetra. All'apparire dell'aurora si recarono dal possente Celeo narrandogli ciò che aveva predetto la dea, subito iniziarono a costruire il tempio. Qui si parla di un particolare fisico, cioè della"vita sottile"(v.304) che sottolinea il suo aspetto longilineo dovuto alla sua permanenza negli Inferi, dove gli era stato proibito di mangiare. …Essi subito obbedivano e davano ascolto alle sue parole:costruivano il tempio come aveva ordinato, e questo sorgeva alto, per volontà della dea.Quando poi ebbero terminato, e posto fine alla fatica,si avviavano per andare ognuno alla sua casa; e la bionda Demetrasedendo nel tempio, rimaneva in disparte da tutti gli dei,struggendosi nel rimpianto della figlia dalla vita sottile. Demetra tolse i frutti alla terra e Zeus cercò di persuaderla a non farlo. Iride raggiunse la dea nel suo tempio e la incitò a tornare con la stirpe degli dei che vivevano in eterno, ma il cuore della dea non si lasciò convincere. Iride è la personificazione dell'arcobaleno e rappresenta il tramite tra il cielo e la terra ed è incaricata di portare i comandi di Zeus e di Era (Giunone). Molti dei, mandati da Zeus, offrirono alla dea diversi doni per convincerla ad abbandonare la sua drastica decisione, ma lei adirata nel cuore respingeva le loro offerte e minacciava di non voler più tornare sull'Olimpo e di far cessare la nascita dei frutti sulla terra se non avesse rivisto sua figlia. Zeus chiamò l'uccisore di Argo e lo mandò negli Inferi per convincere con abili parole Ade a lasciare andare Persefone; egli acconsentì ma offrì un seme di melograno alla sua giovane sposa affinché rimanesse legata agli Inferi. L'uccisore di Argo,che fu inviato da Zeus negli Inferi per cercare di convincere Ade a lasciare andare Persefore:è Ermes,messaggero degli dei,che conduceva i morti presso Ade,spesso compiva le ambasciate più importanti.Era anche il Dio dei sogni e prima di dormire a lui si facevano offerte. …"O Ade dalle cupe chiome, che regni sui morti,Zeus,il padre, mi ordina di condurre fuori dell' Erebo,fra gli dei, l'augusta Persefone, affinché la madrerivedendola coi suoi occhi ponga fine al rancore e all' ira inesorabilecontro gl' immortali; poiché medita un grave progetto:sterminare la debole stirpe degli uomini nati sulla terratenendo il seme celato sotto la zolla ,e distruggendo le offerteche spettano agl'immortali .Tremendo è il suo rancore; e non si unisceagli dei, ma, in disparte, entro il tempio odoroso d' incensosiede, e abita l'aspra rocca di Eleusi." Ade, figlio di Crono e di Rea e fratello di Zeus e Demetra, negli "Inni Omerici" viene chiamato Aidoneo da "le cupe chiome"(v.347) oppure "aborrito Ade"(v. 395) sottolineando così il suo brutto e cupo aspetto, perché il suo compito era quello di spaventare le anime del Tartaro. Persefone è definita "augusta Persefone"(v.349) come la madre anche a Persefone viene attribuito questo appellativo che evidenzia come anche lei sia soggetta alla venerazione degli immortali. Ade esortò premurosamente la saggia Persefone; perché "saggia"(v.359) rimane inspiegato poiché appare ingenua e indecisa a causa delle sua giovane età. "Torna, Persefone, presso tua madre dallo scuro peplo;ma serva nel petto l' animo e il cuore sereni,e non rattristarti troppo, oltre ogni misura.Non sarò per te uno sposo indegno al cospetto degl' immortaliio che sono il fratello del padre Zeus; e quando sarai quaggiù,regnerai su tutti gli esseri che vivono e si muovonoe avrai fra gl' immortali gli onori più grandi;per sempre vi sarà un castigo per coloro che ti offendono,quelli che non placheranno con offerte il tuo animocelebrando i sacri riti e offrendoti i doni dovuti"Così egli diceva:si rallegrò la saggia Persefone ,e subito balzò in piedi ,piena di gioia ;egli tuttaviale diede da mangiare il seme del melograno, dolce come il miele ,-furtivamente guardandosi intorno -affinché ella non rimase per semprelassù, con la veneranda Demetra dallo scuro peplo. Ella salì sul carro e arrivarono dove dimorava Demetra dalla bella corona. "dalla bella corona"(v.225-255-251-295-384-470) essendo una delle tante mogli del re dell'Olimpo Zeus. Demetra incontrò sua figlia che quando vide la madre lasciò il carro e i cavalli e le gettò le braccia al collo.La madre le rivolse molte domande: "Figlia,mentre eri laggiù, non hai mangiato , certo,alcun cibo?parla ,non celarmi nulla,affinché io lo sappia con te.Così infatti, ritornando dall'aborrito Ade,con me e col padre Cronide dalle nere nubipotrai abitare,onorata da tutti gl' immortali.Se invece hai mangiato, scendendo di nuovo nelle profondità della terraLì abiterai ogni anno per una delle tre stagioni:le altre due con me e con gli altri immortali.Ogni volta che la terra si coprirà di fiori odorosi,multicolori della primavera, allora dalla tenebra densatu sorgerai di nuovo,meraviglioso prodigio per gli dei e gli uomini mortali.E con quale insidia ti ingannò il possente dio che molti uomini accoglie?" Persefone rispose: "Certo, madre, io tutto ti narrerò sinceramente.Quando a me venne Ermes il corridore, messaggero veloce,da parte del padre Cronide e degli altri dei, progenie del cielo,a dirmi di risalire dall'Erebo, affinché rivedendomi coi tuoi occhitu ponessi fine al rancore e all'ira inesorabile contro gl'immortali ,al vederlo io balzai in piedi,piena di gioia;ma Ade, insidiosamente,mi porse il seme del melograno,cibo dolce come il miele,e, contro la mia volontà, con la forza mi costrinse a mangiarlo.Come poi egli mi abbia rapito, secondo la ferma decisione del Cronide,mio padre, e sia fuggito portandomi nelle profondità della terra,io ti dirò; e ti narrerò tutto come mi chiedi.Noi tutte sull' incantevole prato-Leucippe e Fainò ed Elettra e Iante,Melite, Iache, Rodeia e Calliroe,Melobosi, Tyche , e Okyroe dal roseo volto,Criseide, Ianeira, Acaste e Admete,Rodope, Plutò, e la graziosa Calipso,e Stige, e Urania, e l'amabile Galaxaura,e Pallade che suscita le battaglie, e Artemide saettatrice-giocavamo,e raccoglievamo con le nostre mani fiori stupendi,il delicato croco e insieme le iridi e il giacinto,corolle di rose ,e di gigli,prodigio a vedersi,e il narciso, che l'ampia terra generava come il croco.Io dunque lo coglievo, piena di gioia:ma la terra dal profondoSi aprì, e ne balzò fuori il possente dio che molti uomini accoglie,e mi portò via,sotto terra, nel carro d'oromentre gli resistevo, e levavo alte grida.Tutto, nel mio dolere,io ti ho sinceramente narrato. Così Zeus decise che Persefone avrebbe trascorso un terzo dell'anno con Ade e due terzi con la medre e gli altri immortali. Demetra ha "uno scuro peplo"(v.360-374-442) probabilmente utilizzato da per non farsi riconoscere …E Zeus dal tuono profondo, che vede lontano, inviò loro, messaggera, rea dalle belle chiome, perché riconducesse Demetra dallo scuro peploalla stirpe degli dei; e promise di darle,fra gli dei immortali, qualunque privilegio ella scegliesse;e confermò che sua figlia per la terza parte dell'anno che compie il ciclo,sarebbe rimasta laggiù nella tenebra densa;per due terzi con la madre e con gli altri immortali.
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